Ecco il resoconto di un’interessante degustazione orizzontale di Barbaresco 2010. Abbiamo coperto le bottiglie per esser sicuri di valutarle senza essere influenzati dal marchio. La selezione comprende tre etichette che si trovano sul mercato a circa 25 Euro cadauna e una da 45.
Cominciamo con il Barbaresco Marchesi di Barolo. Tipico colore da Nebbiolo, granato scarico. Inizialmente ha aromi che ci ricordano il fruttolo alla fragola. Poi esce bene il lampone e una delicata nota di rosa. In bocca a primo impatto è morbido ed equilibrato, poi esce tutta la sua gioventù, infatti rimane al palato una sensazione di ruvidità data dal tannino. Al riassaggio è molto fruttato, ciliegia e vaniglia. Note di tabacco fresco. In bocca torna tutto, soprattutto una sensazione di ciliegia vanigliata. Buona armonia e grande acidità, forse troppa. Buona anche la persistenza.
Passiamo al secondo vino. Anche questo è di un bel granato scarico. Si apre con profumi di caramelline alla violetta e note balsamiche. Aromi speziati e di legno tostato. In bocca è austero ed elegante con grande tannino. Al riassaggio capiamo di esser davanti ad un signor vino in giovanissima età. Ha profumi molto fini, ma complicati da decifrare, un po’ mischiati. Note fruttate dolci di ciliegia. Poi spezie, soprattutto chiodi di garofano e leggerissima cannella. Percepiamo anche una vena balsamica di menta. In bocca è armonico e abbastanza equilibrato. Buona anche la persistenza, anche se acidità e tannino alla lunga la fanno da padroni. Scoperta la bottiglia, si è rivelato essere il Barbaresco Gallina di Oddero.
Il terzo vino si presenta di un granato più carico dei precedenti, con riflessi rosso rubino. Inizialmente ha profumi intensi floreali di rosa e balsamici mentolati, poi note di sottobosco. In bocca è piuttosto ruvido con grande acidità. Al riassaggio si apre molto. Ha profumi dolci di viola e di frutta concentrata, ciliegia e fragola di bosco. Su tutto spicca la grande balsamicità con note mentolate. Sentiamo anche del tabacco di sfondo. In bocca entra bene, ha buon corpo e spessore. Poi esce il tannino dominante che è comunque molto fine e sembra allungare la persistenza aromatica. Scopriamo la bottiglia ed è il Barbaresco Roccalini.
L’ultimo vino, che si è poi rivelato essere il Barbaresco Coparossa di Bruno Rocca, è quello con il colore più carico di tutti. Granato con sfumature rubino, ma più intenso del Roccalini. Inizialmente profuma di fiori di lavanda e caramelle Pip. Escono anche note vegetali erbacee. In bocca è il più intenso di tutti, anche il più maturo. Ha un buon equilibrio e il tannino, pur essendo anche qui giovane e nerboruto, è ben amalgamato. Al secondo giro esce subito tanta liquirizia, poi cenni di tabacco e di erba appena tagliata. A seguire vaniglia e ciliegia matura. Al riassaggio gran tannino, forse ancora un po’ ruvido. Vino di buon corpo e spessore. Abbastanza persistente. Matura due anni in barrique, ma c’è da dire che il legno è stato dosato sapientemente.
Una bella degustazione, istruttiva e didattica, in cui ci siamo confrontati su quattro etichette di qualità. Il nostro parere è che sono tutti vini di buona finezza ed eleganza anche se la gioventù si sente! La grande acidità e il tannino ruvido sono sensazioni comuni a tutti e lasciano un po’ spiazzati a volte comprendo la complessità dei vini. Sono ancora piuttosto duri, ma è cosa normale per Barbareschi con ancora davanti una lunga strada. Bottiglie che si possono tranquillamente dimenticare in cantina. Berli adesso è un po’ sacrilegio, ma se li accompagnate al giusto piatto in abbinamento sapranno sicuramente esprimersi al meglio.
In chiusura quello che si evince nuovamente è che il giusto livello di affinamento in cantina è fondamentale per far rendere al meglio questa tipologia. Il barbaresco viene praticamente quasi sempre venduto dopo il minimo affinamento di legge (come quasi tutte le altre DOCG) ma ne richiederebbe almeno il doppio per esprimersi al meglio.
Degustazione cieca orizzontale di Barbaresco 2010 written by divin average rating 4/5 - 1 user reviews
2 Comments
Nessun dubbio sull’utilità didattica di questa degustazione, ma sono vini troppo giovani, acidi e tannici. Non ti permettono di valutare tutte le sfaccettature che potrebbero avere.
Però va detto che bisogna imparare a capire come un vino evolverà, a partire da come è appena entra in commercio (quello che fanno le guide)