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Eccoci nel primo giorno d’autunno, per il passaggio delle consegne. Terminata la stagione calda, da vini bianchi freschi quindi, possiamo iniziare con ciò che amiamo tanto. È tempo di vini rossi! Il modo migliore di iniziare questo periodo non poteva che essere una degustazione cieca, tema Pinot Nero. Questo è l’unica informazione che abbiamo, ed ora lasciamo spazio ai vini.
Il primo vino si presenta di un rubino scarico, bello vivo. Al naso è fine e molto fruttato, piccoli frutti rossi poco maturi, ribes e fragoline selvatiche. Allo stesso tempo si percepisce una tendenza dolce. Poi note balsamiche e lieve sottobosco. Al palato è giovane e molto piacevole, con freschezza e tannino in primo piano. Armonico e di buona persistenza, anche se non ci ha impressionato. Comunque un buon bere. Al secondo giro scopriamo la bottiglia e si rivela essere il Pinot Nero Perticato le Giastre 2013 della cantina Il Poggiarello. Conferma un po’ tutto quello che abbiamo riscontrato prima. Unica differenza, dopo aver assaggiato anche tutti gli altri, pecca un po’ in finezza, emerge un poco una nota che ricorda il fruttolo alla fragola. Per quello che costa è un ottimo prodotto.
Anche il secondo vino si presenta dello stesso colore, ma al naso cambia non poco. Anche qui c’è della frutta, ma più tenue e matura. Poi note eteree e balsamiche. Fine e interessante. In bocca grande armonia e struttura. Le sensazioni potenti, fra cui un gran tannino. Avvolgente e persistente, è molto gustoso e di ottima beva. Al riassaggio si conferma un bel Pinot Nero, fine e piacevole. Ci sono sentori più complessi, un mix di frutta e smalto, note vegetali e spezie. Tanto mentolo e leggero humus. Ottimo palato, intenso e piuttosto duro, si conferma un giovanotto che invecchierà sicuramente molto bene. Scopriamo la bottiglia ed è il Pinot Nero Focara Rive 2011 della cantina Mancini.
Il terzo vino veste un rubino più evoluto, con riflessi granato. Al naso è molto interessante, da subito emergono i frutti di bosco disidratati, poi tanto sottobosco con scia eterea. Note balsamiche e resinose, aghi e corteccia di pino. Tanta speziatura molto fine a chiudere. Al palato grande armonia, tornano un po’ tutti i sentori. Di ottima struttura, con le sensazioni potenti e ben amalgamate. Si direbbe un vino giovane di lunghe prospettive. Ottimo il corpo e lunga la persistenza. Al secondo giro è proprio intrigante, con dei profumi interessanti e non facili da identificare. Sicuramente, oltre ai già citati, si percepiscono bene sentori di caffè e lieve stalla. Tante erbe officinali essiccate, quasi agrumato. Una conferma anche in bocca, un signor Pinot Nero, sapido e persistente. Buonissimo e già di grande beva. Un vino veramente ben fatto, che porta al confronto, vista la sua non facile interpretazione. Tolto il velo, è il Pinot Nero Mazzon 2012 di Gottardi.
Il quarto e ultimo vino in assaggio ha il colore più evoluto di tutti: granato molto tenue. Anche al naso è più evoluto, parte con tanto cioccolato e marmellata di frutti di bosco, ricorda una bella torta a tema. Sottobosco e speziatura fine. Sfumature eteree a chiudere. Al palato è intenso e molto buono. Corposo e avvolgente, con una struttura importante. Le sensazioni sono intense, con un tannino muscoloso. Di grande armonia e persistenza, torna tutto. Ha un bel ritorno fresco, quasi citrino. Al secondo giro, dopo aver scoperto che non è un PN, bensì l’Etna Rosso Serra della Contessa 2008 di Benanti, ci ha stupito. Avevamo percepito si l’evoluzione, ma nessuno pensava ad un cambio di vitigno. Percepiamo anche una bella nota di biscotti speziato alla cannella e tanto erbaceo secco. Pepe nero e china. Buonissimo al palato, entra morbido, poi esce tutto il suo gran carattere. Un gran vino che, anche se fuori tema, accompagna benissimo e conclude al meglio questa interessantissima degustazione.