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Degustazione cieca di Nero d’Avola PLANETA

Con questa degustazione vogliamo andare a rivalutare bene due Nero d’Avola della cantina Planeta che ben ci avevano impressionato al Vinitaly 2015. Le ottime impressioni si sono confermate senza dubbio alcuno ed il Plumbago, nella sua semplicità, linearità e gran beva ci ha conquistato. Questo a dispetto del complesso e più “difficile” Santa Cecilia, Noto DOC.

Iniziamo a dire che la degustazione è stata fatta alla cieca, nessuno sapeva che si trattasse di Nero d’Avola e ovviamente nemmeno di che produttore si trattasse. Al primo assaggio nessuno ha saputo individuare la tipologia, anzi fino alla fine non siamo stati in grado di capire di che vino si trattasse. Il primo assagiato, che poi si rivelerà essere il Plumbago 2013, ci è subito sembrato un vino di ottima beva, bello fruttato, apparentemente semplice ma molto equilibrato. Sentori di fragole, prugne e more. Chiude con una leggera complessità speziata, quasi di cacao. Percepiamo anche un leggerissimo sentore quasi salmastro di oliva, ma solo accennato. In bocca è equilibrato, di discreta presenza e corpo rotondo. Si fa bere alla grande. Sicuramente più da pasto che da meditazione.

Il secondo che risulterà essere il doc Noto Santa Cecilia 2008 è molto più complesso, ma anche più difficile da decifrare. A primo acchito sembra quasi un merlot, dalle note erbacee secche. In bocca però capiamo di essere di fronte ad un altra tipologia. Si sente bene la prugna secca e dei ricordi di liquirizia, qualche nota agrumata. Poi frutti rossi, che sono un po’ nascosti. Sentori che ricordano i fichi secchi. In bocca è fresco e leggermente tannico, perde in freschezza rispetto al collega Plumbago (che è fatto per essere più di facile beva) anche se rimane di buonissimo livello. Molto più complesso, ma anche meno equilibrato e più sbilanciato verso le note amarognole della liquirizia e dei fiori secchi. Sicuramente da bere anche in meditazione. Costa il doppio, è complesso il triplo ma non così tanto più piacevole del Plumbago in sintesi.

Siamo di fronte a due ottimi vini di una cantina che non delude mai. Il Plumbago, di sicuro è di buon impatto per tutti i palati, mentre il Santa Cecilia, per palati più esperti.

In chiusura ci siamo chiesti come mai non fossimo riusciti a capire che si trattasse di Nero d’Avola (uno dei nostri degustatori aveva appena bevuto Nero d’Avola a pranzo ndr) e purtroppo la risposta è stata unanime: si tratta di vini che smussano molto bene le spigolature del Nero d’Avola, nascondendone un poco la varietà per creare un prodotto più “abbordabile”. Forse a discapito della tipicità, ma la qualità è garantita.

 

Degustazione cieca di Nero d’Avola PLANETA on Aprile 25, 2015 rated 2.6 of 5
ultima modifica: 2015-04-25T20:40:50+00:00

1 Comment

  1. francesca meoni ha detto:

    Vi aspetto tutti a Firenze per una esperienza culinaria indimenticabile, per scoprire i sapori dei nostri prodotti tipici,
    particolari ed unici.

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