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Con questa degustazione iniziamo ad affrontare il vitigno più famoso e coltivato di tutti, il Merlot. Uva che può produrre vini di eccellenza stratosferica nel panorama mondiale, ma che nel blog non abbiamo ancora ben approfondito. Nel dettaglio per non farci influenzare dalle etichette abbiamo organizzato una cieca con la solita tecnica di un assaggio iniziale sulla base del quale stabiliamo una classifica momentanea da usare poi per la bevuta finale. Questa modalità è un po’ rischiosa quando si hanno differenti anni di affinamento come in questo caso, ma è anche molto didattica.
Iniziamo subito con quello che abbiamo trovato nel primo vino degustato. lo avviciniamo al naso e sentiamo un profumo complesso che associamo al prosciutto cotto, ai biscotti speziati e al cioccolato extra fondente. Si sentono anche note di tostatura e di caffè. Un vino con personalità, in bocca sapido anche se un po’ rapido. In seguito al secondo assaggio si aprirà molto di più, facendo scorgere della frutta a bacca nera e rossa e note erbacee. Alla fine si rivela essere il Merlot St. Michael Eppan Sanct Valentin 2009. Il secondo che beviamo al primo attacco sembra avere dei problemi; poi scopriamo che è soltanto chiuso e ha bisogno di tempo. Non sapendo l’anno, alla cieca e dato un colore ancora bello seppur non limpidissimo siamo rimasti un po’ spiazzati. La nota più forte è quella del cacao e del cioccolato fondente extra. A bicchiere fermo ha degli spunti che ricordano il cognac. Rivela anche molte note balsamiche . Al secondo assaggio dopo essersi aperto le suddette note balsamiche arrivano a ricordare le caramelle pip, la liquirizia e le pastiglie Valda. In bocca ha degli spunti agrumati, rivelando equilibrio e calore. Si sentono anche delle note vegetali di maggiorana e fieno. L’evoluzione ha coperto la frutta anche se si può percepire un fondo dei sentori di fichi secchi. Alla fine si rivela essere il Franz Haas Merlot 2003, la prima annata di produzione del Merlot secondo il nuovo stile per la cantina di Franz. Il terzo Merlot è subito apparso più piacione, bei frutti rossi accompagnati da sentori speziati, di caffè, cumino e curcuma. Appena assaggiato ha un sentore di merluzzo dissalato, dando uno spunto quindi minerale e salmastro. In bocca si rivela meno complesso ma comunque piacevole. Al secondo assaggio non ha modificato sostanzialmente il suo profilo piacione. Si tratta del Lavad 2011 di Nals Margreid. In ultimo arriva un vino che subito ci fa capire che la gara si è spostata su un altro livello. Oltre a note comuni agli altri come il caffè e il cioccolato fondente, a naso esplodono sentori subito evoluti di frutta secca, uva sotto grappa, curcuma e tabacco da pipa. Note erbacee e balsamiche di maggiorana secca, foglia di pomodoro e sentori di talco. Note floreali di camomilla. Solo dopo questa grande complessità emerge la frutta, con sensazioni di bacche scure. In bocca ritorna tutto associato ad un buon tannino. Persistenza non eccelsa e chiusura leggermente amarognola ma non spiacevole. Alla fine risulta essere il Sansonina 2003.
Per concludere possiamo dire che quest’ultimo Merlot ha staccato gli altri per qualità e complessità e che il Lavad si è dimostrato più semplice dei concorrenti (cosa assolutamente plausibile vista anche la fascia di prezzo). Al primo giro di assaggi il Franz Haas è stato penalizzato dal fatto che all’inizio era molto chiuso (nonostante fosse aperto da un po’), ma al riassaggio si è piazzato allo stesso livello del Sanct Valentin.