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Secondo approfondimento, questa volta alla cieca, su un vino tra i più tipici dell’Alto Adige. Abbiamo provato vini di fascia media di prezzo; più contenuta rispetto a quelli dell’entusiasmante degustazione a questo link; fatto salvo il cru Sanct Valentin di St. Michael Eppan.
Ci accingiamo a bere Lagrein di annate 2010 2011 e 2012, quindi è accettabile farli alla cieca; in aggiunta alcuni di noi li conoscono già è quindi per evitare di farsi influenzare, meglio coprire le bottiglie.
Il primo vino che assaggiamo ha tutta la tipicità del Lagrein, sentori fruttati ed erbacei, corpo scarsino ma comunque un buon vino. Al termine della degustazione risulterà essere il Lagrein di Nals Margreid 2012, un vino che non entra nelle selezioni della cantina ma che rimane un buon vino per la linea base e per il prezzo. Bevendo il secondo ci accorgiamo subito che è di un’altra pasta, sentori più complessi accompagnano la frutta di sottobosco ciliegia e prugna secca. Note di fieno e fiori secchi insieme a speziatura fine. In bocca più persistente e rotondo. In conclusione si rivelerà essere il Lagrein riserva 2011 di St. Michael Eppan. Il terzo vino purtroppo con grandissimo rammarico risulta sentire di tappo, con sommo dispiacere scopriamo essere il Sanct Valentin 2010. Gli animi si scaldano, sappiamo che il vino che sa di tappo non è un difetto di produzione ma comunque quando si rovina un momento carico di attese non possono non arrivare le critiche. In ultimo beviamo un Lagrein molto tipico, fruttato caldo ed intrigrante con sentori di paglia e fieno misto a fiori oltre che ciliegie mature. In bocca molto piacevole anche se come tutti i suoi contendenti e i Lagrein in genere, non molto persistente. Alla fine risulta essere il Lagrein di Franz Haas 2011.
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Senza dubbio una degustazione interessante. Pur essendo un po’ troppo inflazionato (personalmente diffido sempre dai vini di moda e di tendenza), il lagrein si dimostra sempre come un gran prodotto e i produttori testati dei Signori produttori!