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In questa torrida estate ci siamo riuniti per una degustazione cieca, monovarietale, organizzata da un nostro membro. Stiamo chiaramente parlando di vino bianco e, lo anticipiamo subito, si parla di una sfida con i cugini d’oltralpe. Dobbiamo dire che siamo riusciti quasi subito a capire la tipologia nel bicchiere, si tratta di Chardonnay. Passiamo nel vivo della degustazione.
Il primo vino si presenta giallo paglierino tenue. Da subito escono bene aromi dolci di pasticceria, burro e caramello. Al palato è molto equlibrato e armonico. Tornano bene gli aromi di panna. Ha un buon equilibrio, con una bella vena di freschezza e mineralità che ne esaltano la persistenza. Al riassaggio, dopo aver scoperto che è uno Chardonnay Sanct Valentin 2012 della cantina St. Michael- Eppan, si dimostra molto simile al 2013, ma più evoluto. Frutta esotica, mango con uno sfondo dolce. Panna e affumicatura. In bocca torna tutto con un buon equilibrio e persistenza.
Il secondo vino è anch’esso giallo paglierino, ma con leggeri riflessi verdolini. Ha profumi più fini rispetto all’assaggio precedente. Aromi di pasticceria, panna e babà. A seguire delicate sfumature citrine. In bocca ha buon impatto, con una bella struttura. Ha grande freschezza e sapidità sapientemente bilanciati. Al secondo giro percepiamo bene aromi di senape a bicchiere fermo, mentre da mosso esce tantissima mineralità, con note quasi ematiche. Poi erbe aromatiche. Anche al palato si dimostra un ottimo Chardonnay con un bel ritorno di note agrumate. Buon equilibrio con acidità e sapidità in primo piano. Buon finale anche se non pulitissimo. Scopriamo la bottiglia ed è lo Chardonnay Meursault Limozin 2009 del domaine Buisson Battault.
Il terzo vino è simile al secondo, giallo paglierino con riflessi verdolini. Inizialmente escono profumi di gelato alla banana. A seguire pasticceria e note affumicate appena accennate. Sfumature fruttate di buccia di limone. A palato grande armonia e persistenza. Torna bene tutto, soprattutto note affumicate, caramellate e citrine. Al riassaggio escono bene le note di pasticceria, panna soprattutto. Poi agrumi canditi, ricorda quasi il panettone. In bocca ha ottimo corpo, con un bel bilanciamento di tutte le sensazioni. Buona la persistenza. Scopriamo la bottiglia ed è il Chassagne Montrachet 2009 di Marc Morey.
Il quarto vino si presenta come i precedenti. Ha profumi burrosi e affumicati. È probabilmente il meno fine della batteria. Sfumature vanigliate. In bocca ha grande morbidezza a primo impatto, poi esce una bella freschezza, quasi citrina. Comunque è un po’ scomposto, probabilmente necessita di ulteriore affinamento. Al riassaggio si conferma. Panna, poi cedro candito e aromi floreali. Al palato le durezze la fanno ancora da padrone, anche se si percepisce la stoffa del buon Chardonnay in divenire. Scopriamo la bottiglia ed è lo Chardonnay Sanct Valentin 2013 della cantina St. Michael-Eppan.
È stata una degustazione interessante. Abbiamo confrontato diverse annate e diverse provenienze, di Chardonnay, uva che cresce bene più o meno ovunque, ma che sa dare grandi risultati solo se lavorata al meglio. La grande qualità è stata il filo comune di tutti i vini assaggiati. Probabilmente per i Sanct Valentin bisogna attendere ancora un po’ di tempo per trovarli al meglio (soprattutto il 2013). Mentre i francesi ci hanno ben impressionato per finezza ed equilibrio. Certo è che hanno avuto più tempo per affinarsi al meglio. Il vincitore secondo noi è il Chassagne Montrachet. Proveremo sicuramente un Sanct Valentin più invecchiato per avere un giusto paragone.