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In questa degustazione cieca, confrontiamo 3 amarone, che si son dimostrati molto diversi. Il Morar 2009 di Valentina Cubi, molto atipico ma interessante, un classico Riserva Sergio Zenato 2007, come al solito una garanzia per lo stile concentrato ed il suo fratellino minore L’Amarone classico Zenato 2005, che è sempre un discreto bere.
Il primo vino si presenta granato, appena sfumato ai bordi. Al naso è intenso e complesso, piuttosto evoluto e bello fine. Fruttato maturo, quasi concentrato, con lieve tendenza dolce. Erbe aromatiche essiccate e tanta lavanda. Note eteree smaltate e speziatura pepata. Al palato è molto buono, entra intenso e gustoso, con tanto caffè. Ottima la struttura, con le sensazioni ancora potenti e in equilibrio. Armonico e persistente, torna un po’ tutto, con una scia sapido-amarognola molto piacevole. Ricorda un po’ la china. Al secondo giro si dimostra il più atipico in assaggio. Dominano i fiori secchi e le erbe aromatiche, poi speziatura ed etereo fine. In bocca è piacevole, ma dopo gli altri assaggi, non sembra più così pregiato come dopo il primo assaggio. La struttura c’è, ma non è così di livello, per essere un Amarone, forse perde tanto il confronto, soprattutto con la seconda bottiglia. Sicuramente buono e interessante. Scopriamo la bottiglia, ed è l’Amarone Classico Morar 2009 della cantina di Valentina Cubi.
Il secondo vino si presenta rubino/granato impenetrabile. Si apre fruttato maturo, un po’ concentrato e appena dolce. Poi tante note eteree, smalto e ciliegie sotto spirito. Spezie forti e note floreali essiccate. In bocca è una potenza, molto ricco e intenso. È ancora spostato verso le durezze, acidità in primis e tannino appena dietro. Il tutto però è ben amalgamato e fine, e fa presagire possibilità di lungo invecchiamento. Persistente, fra le tante cosa c’è anche una piacevolissima nota agrumata, di scorza candita. Prima del riassaggio, lo scopriamo essere l’Amarone Classico riserva Sergio Senato 2007 Zenato. Avevamo capito fosse il migliore, infatti l’abbiamo lasciato per ultimo. Naso finissimo, con tanta frutta che tende alla marmellata, etereo evoluto e inchiostro. Speziatura fine e erbe aromatiche. Bocca in perfetta sintonia, è intenso e gustoso, ricco e di grande beva. Sarà leggermente duro, ma c’è un bellissimo equilibrio e la persistenza ne trae beneficio. Bello lungo, torna un po’ tutto, tra cui tanta sapidità.
Il terzo vino veste granato cupo e si apre salmastro e fruttato maturo. Note eteree e di erbe secche a seguire. Intenso e abbastanza fine, emerge tanto caffè, poi cacao e spezie. C’è evoluzione, con lievi note terziarie di pellame e sottobosco, humus. Al palato entra ricco e corposo, ma poi si perde un po’. C’è un bel tannino e buona sapidità, ma manca freschezza e il vino ne risente tanto in beva. Al riassaggio si conferma un buon vino, ma non speciale. Lo scopriamo essere l’Amarone Classico 2005 sempre di Zenato. Tanta frutta eterea, con erbe aromatiche di contorno. Intenso e concentrato. Guscio di noce e borotalco. Resta comunque un buon amarone, con 11 anni alle spalle. Ricco e intenso, ha buona beva e discreta persistenza.